Al momento stai visualizzando “Uno su dodici. L’Italia in affitto breve” di Federconsumatori, Isscom e Sunia presentato alla camera del lavoro di Bologna.  

Ieri 17/12/24 si è tenuta una conferenza stampa introdotta da Marinella Goldoni ( Presidente di Federconsumatori Provincia di Bologna) e Francesco Rienzi (Segretario Generale Sunia Bologna) che verteva sull’indagine “Uno su dodici. L’Italia in affitto breve” presentata da Marzio Govoni (Presidente Fondazione ISSCON). Sono intervenuti Emily Clancy (Vice-sindaca del Comune di Bologna) e Michele Bulgarelli (Segretario generale CGIL Bologna)

Prezzi troppo alti, un mercato degli affitti tradizionali ormai bloccato e svuotato. Bologna è recentemente entrata nelle cronache nazionali (e non solo) per lo sgradevole primato nella classifica delle città europee con il maggior aumento del prezzo delle locazioni in un solo anno: +20,2% rispetto al 2023 per l’affitto di un monolocale. L’aumento registrato dalla piattaforma di affitti HousingAnywhere è superiore persino ad una capitale come Parigi (+18,3%). Una delle motivazioni che hanno portato a questo triste record è anche l’importante crescita del turismo, anche determinata da nuove rotte aeree low-cost: secondo Confabitare sono ben oltre 4 mila gli appartamenti oggi destinati ad alloggi turistici nel capoluogo emiliano. Ad essere penalizzati, in una città a forte vocazione universitaria, sono innanzitutto gli studenti che da tempo denunciano una situazione divenuta insostenibile, invocando misure per arginare i rincari, rendendo accessibili i costi delle abitazioni e implementando gli studentati pubblici. Ma la condizione è assolutamente critica anche per le famiglie di lavoratori e pensionati, alla disperata ricerca di appartamenti in affitto a prezzi calmierati, come era emerso chiaramente anche dalla inchiesta sociale sui costi della città, promossa nei mesi scorsi dalla CGIL insieme ad altre associazione che compongono la “via maestra”, con una percentuale altissima di persone intenzionate a rinunciare al progetto abitativo su Bologna.

Nel nostro monitoraggio, su 90 strutture, abbiamo esaminato 65 immobili in centro storico e 25 immediatamente fuori (in particolare nel quartiere Bolognina).

Nel complesso, il 47,7% delle strutture monitorate dichiara di avere il CIN o il CIR, mentre solo l’8,88% ha tutti i dispositivi di sicurezza. Il livello di regolarità è decisamente maggiore tra gli host professionisti, rispetto a quelli privati. Il CIN/CIR è praticamente sconosciuto fuori dal centro, dove solo il 23% degli immobili ne è dotato. Nessuna camera in affitto a Bologna ha il CIN, e solo una ha alcune dotazioni di sicurezza. L’allarme antincendio (non obbligatorio) è presente nel 37,5% degli immobili gestiti da professionisti e nel 15% di quelli gestiti da privati. Nel complesso ci si attesta al 26%. Rispetto agli estintori, nel complesso, sono presenti nel 25% degli immobili gestiti da professionisti e in appena il 12,5% di quelli gestiti da privati. Nel complesso ci si attesta al 19%. Rispetto ai rilevatori di monossido e gas sono presenti nel 32,5% dei professionisti e appena nel 9% di quelli privati, per un dato complessivo del 20%. Gli immobili che dichiarano di essere perfettamente in regolari su tutti i fronti rilevati sono soltanto 5 (4 professionali, 1 privato), vale a dire il 5,55% del complesso.

L’articolo e il video di TGR Emilia Romagna.

18 Visite
  • Categoria dell'articolo:Senza categoria
  • Tempo di lettura:3 minuti di lettura