Nelle ultime settimane la notizia del previsto aumento del prezzo dell’energia elettrica e del gas naturale per l’ultimo trimestre del 2021 (i mesi di ottobre, novembre, dicembre) ha avuto uno spazio rilevante nel dibattito pubblico e politico. Cifre e percentuali più o meno preoccupanti sono state annunciate e rimbalzate dai media, mentre l’Esecutivo varava alcune misure per ammortizzare le conseguenze sugli utenti finali. Per una corretta informazione dei consumatori interessati dai rincari, abbiamo raccolto le informazioni essenziali: in cosa consistono gli aumenti ed a quanto si stima possano ammontare; le cause di tali aumenti; le misure approvate dal Consiglio dei Ministri; le soluzioni scelte dai Governi di altri Paesi del continente ed il ruolo della Commissione europea. Concludiamo ricordando quali sono le voci di costo di cui si compone la bolletta, affinché l’utente possa monitorare regolarmente la propria spesa e valutare consapevolmente eventuali proposte commerciali, che molto probabilmente si faranno più insistenti nel prossimo periodo.
Aumento dei prezzi…di quanto?
Secondo i dati diffusi da ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), l’aumento del prezzo dell’energia elettrica potrebbe superare il 45%, mentre il prezzo del gas naturale potrebbe aumenterebbe del 14,4%, prendendo in entrambi i casi il terzo trimestre del 2021, appena conclusosi, come riferimento. Tali percentuali si tradurrebbero in un aumento della spesa in bolletta su base annua, considerando consumi medi, di circa 220€ per l’energia elettrica e di circa 300€ per il gas naturale. Anche con un consistente intervento del Governo di annullamento degli oneri di sistema (una delle voci di costo che compongono la bolletta, si veda in basso), si stima che gli aumenti, su base annua e considerando consumi medi, sarebbero di circa 100€ per la luce e di crica 260€ per il gas. (Fonti: ARERA, Unione dei Consumatori).
Aumento dei prezzi…per quale motivo?
I fattori che hanno contribuito all’aumento dei prezzi dell’energia elettrica e del gas sono molteplici, e alcuni fattori sono transitori, come ricordato dal Primo Ministro Mario Draghi in un recente intervento durante l’assemblea di Confindustria. Il settore energetico è alla ricerca di un nuovo equilibrio, nel pieno tanto della ripresa economica successiva alla fase più critica della pandemia da Covid-19, quanto dell’esordio di una controversa transizione ecologica. Secondo i dati diffusi da ENEA, alla fine del 2021 si potranno considerare recuperati più del 60% dei consumi di energia mancati nel 2020. Al riavvio delle attività economiche e produttive si sono aggiunti elementi meteorologici, quali temperature più rigide nel mese di aprile e più elevate nel mese di giugno, con conseguenti maggiori consumi energetici per riscaldamento e raffreddamento rispetto agli stessi periodi in anni precedenti. Anche il potenziamento dei servizi di trasporto a fronte di una limitata capienza dei mezzi ha contribuito all’aumento della domanda di energia.
Anche l’aumento del prezzo delle quote di emissione di anidride carbonica, uno dei principali gas climalteranti, sul mercato europeo ETS (Emission Trading System), avrebbe influito, ma per non più di un quinto dell’aumento totale, come sottolineato da Frans Timmermans, Vicepresidente della Commissione europea. Secondo Timmermans, se la transizione alle energie rinnovabili fosse già in uno stato avanzato e quindi fosse minore la dipendenza degli Stati membri Ue dai combustibili fossili, non dovremmo affrontare un aumento così vertiginoso dei prezzi dell’energia.
Aumento dei prezzi…com’è affrontato in Italia?
Il Decreto Legge 27 settembre 2021, n. 130, recante “Misure urgenti per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale” è stato approvato dal Consiglio dei Ministri durante la seduta del 23 Settembre 2021. I fondi stanziati per ammortizzare le conseguenze dei rincari sugli utenti finali ammontano a circa due miliardi e mezzo: circa 2 miliardi dedicati all’energia elettrica (si noti che 700 milioni derivano proprio dal ricavato delle aste di anidride carbonica) e 480 milioni dedicati al gas naturale.
L’intervento dell’Esecutivo consiste nell’annullamento degli oneri di sistema, con la differenza che tale misura si applica a tutte le utenze per il gas naturale ma solo ad alcune utenze (le utenze domestiche già beneficiarie del bonus elettrico sociale, ulteriormente finanziato, e le piccole e piccolissime imprese con potenza disponibile fino a 16,5 kW) per l’energia elettrica. Sarà inoltre abbassata l’IVA sul gas naturale al 5%.
Aumento dei prezzi…com’è affrontato in altri Paesi del continente?
Nel Regno Unito il Governo interverrà con prestiti alle imprese, mentre non subirà modifiche il c.d. price cap, il sistema di calmieramento dei prezzi a tutela dei consumatori. In Francia si prospetta un ampliamento del bacino di beneficiari dei c.d. voucher energetici, attualmente 5,5 milioni di famiglie a reddito minimo. In Spagna il Governo attingerà ai profitti delle società energetiche per finanziare il contenimento dei costi dell’energia. In Germania sarebbero già più di 300mila le persone che hanno subito un aumento pari all’11% dei costi in bolletta, ma l’Esecutivo non è intervenuto, confidando nell’autoregolazione del libero mercato. Anche a livello europeo si discutono misure per affrontare i rincari, in attesa delle proposte della Commissione europea. Un fondo ad hoc denominato Social Climate Fund sarà operativo dal 2025 per evitare che i costi della transizione ecologica gravino sui cittadini europei a basso reddito.
Le voci di costo in bolletta.
Ricapitoliamo quali sono le voci di costo di cui si compone la bolletta, affinché l’utente possa monitorare regolarmente la propria spesa e valutare consapevolmente eventuali proposte commerciali, che molto probabilmente si faranno più insistenti nel prossimo periodo. Anzitutto, la spesa per la materia, ovvero il prezzo dell’energia elettrica o del gas naturale consumato, la voce interessata dagli aumenti sin qui descritti e oggetto del gioco di concorrenza tra i diversi fornitori. Tutti gli utenti pagano anche il trasporto dell’energia, dalle centrali di produzione ai punti di fornitura, e le operazioni di lettura e manutenione dei contatori. Gli oneri di sistema, sopra citati, sono i costi sostenuti dai fornitori per garantire l’equilibrio del sistema, evitando interruzioni e rispondendo ai picchi di assorbimento. Si aggiungono l’imposta sul valore aggiunto (IVA) e alcune accise, e, salvo esenzioni, il canone RAI.
Prestate attenzione alle proposte commerciali, specialmente a quelle telefoniche! Nel caso abbiate dubbi o necessità di ulteriori informazioni, contattateci al numero 051/255810 in orario di apertura (lun.-ven. 9-12 e 14-17) oppure via email all’indirizzo info@federconsumatoribologna.it