Al momento stai visualizzando Rifiuti: la TARES si preannuncia una vera stangata

Dal 1 gennaio 2013 la TARSU (Tassa rifiuti solidi urbani, applicata in 6.700 comuni), e la TIA 1 e 2 (Tariffa di igiene ambientale e Tariffa integrata ambientale, in vigore nei restanti 1.340) sono state sostituite dalla TARES (Tassa rifiuti e servizi). Con l’introduzione della nuova imposta le famiglie si preparano, purtroppo, ad affrontare l’ennesima stangata sui propri bilanci. La TARES porterà aumenti medi di 64 Euro annui: una famiglia di 3 persone che vive in un’abitazione di 100 metri quadrati pagherà una tassa di circa 305 Euro.
Con l’entrata in vigore della TARES scompare l’Iva del 10% illegittimamente applicata sulla TIA da molti comuni, tuttavia resta aperta la questione della restituzione dell’Iva pagata e non dovuta da oltre 19.530.626 cittadini nel periodo compreso tra il 1999 e il 2012. Nonostante la Corte Costituzionale abbia stabilito, con la sentenza n.238  del 24 luglio 2009, che la TIA è una tassa e non una tariffa e che pertanto non è soggetta all’applicazione dell’Iva, né il Governo Berlusconi né il Governo Monti hanno voluto trovare una soluzione.
A questo proposito si susseguono le sentenze in tutta Italia: l’ultima è stata pronunciata il 20 dicembre 2012 dal Giudice di Pace di Trento proprio su una causa promossa dalla Federconsumatori con condanna alle spese per la società “Trenta”. Naturalmente auspichiamo che questa e le altre azioni intraprese siano propedeutiche ad una soluzione politica e legislativa del problema.
Occorre inoltre tenere presente che la TARES include il costo del servizio di smaltimento dei rifiuti con copertura al 100% ma dove si applicava la TIA il livello di copertura di tale costo era circa del 95% mentre nei comuni in cui era in vigore la TARSU la percentuale era compresa tra l’80% e il 95%. Questo implica un nuovo aumento, che ammonterà mediamente a 11 Euro per chi pagava la TIA e 50 Euro per chi invece pagava la TARSU. Si aggiungerà poi un ulteriore aggravio per i servizi indivisibili di nuova istituzione (ad esempio l’illuminazione pubblica), compreso tra i 30 e i 40 centesimi di Euro al metro quadrato, portando quindi ad un aumento medio annuo di 30 Euro a famiglia.
La “copertura integrale del servizio al 100%” e l’applicazione del “nuovo tributo dei servizi indivisibili” porteranno un aggravio di 1,5 miliardi di Euro – rispetto ai 7,7 miliardi pagati lo scorso anno – a fronte, peraltro, di realtà spesso caratterizzate da pesanti inefficienze.
“E’ necessario che l’adozione dei piani tributari da parte dei comuni sia sostenibile per i bilanci delle famiglie e che vengano generalizzate le tariffe sociali a fronte delle condizioni critiche in cui versano milioni di cittadini. Considerando poi che, con l’IMU e l’addizionale IRPEF, la fiscalità locale incide per il 30% sulla pressione fiscale complessiva, occorre rivedere urgentemente i decreti attuativi del federalismo fiscale, rendendoli più equi” – dichiara Mauro Zanini, Vicepresidente Federconsumatori.
E.A.
Realizzato nell’ambito del programma generale di intervento 2010 della Regione Emilia Romagna con l’utilizzo dei fondi del Ministero per lo sviluppo economico

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