Facciamo il punto sulla questione della fatturazione a 28 giorni per le utenze telefoniche, che è ancora un argomento “caldo” per i cittadini che ci contattano.
Come è noto, la fatturazione a 28 giorni (13 mensilità all’anno anziché 12) non è più possibile per legge. Le compagnie telefoniche però hanno pensato bene di compensare modificando unilateralmente le tariffe con aumenti dell’ordine dell’8,6%, che di fatto avrebbero annullato i vantaggi introdotti dalle nuove regole.
A seguito dell’intervento della Federconsumatori e di altre associazioni di consumatori, l’Antitrust è intervenuta sugli operatori, contestando di ever attuato un’intesa restrittiva della concorrenza (in parole povere, un “cartello”) e ordinando quindi a TIM, Vodafone, Fastweb e Wind Tre “la sospensione cautelare dell’attuazione dell’intesa” , sulla quale la stessa Autorità, a febbraio, ha aperto un’istruttoria tutt’ora in corso.
Il provvedimento prevede la sospensione dei rincari introdotti e la sollecitazione alle compagnie a definire in modo autonomo la propria offerta commerciale.
L’ipotesi dell’Antitrust è che, in vista dell’obbligo di fatturazione mensile, gli operatori di telefonia, reti televisive e comunicazioni elettroniche si siano messi d’accordo fra loro, contro le regole della concorrenza, concordando “la propria strategia commerciale connessa alla cadenza dei rinnovi e alla fatturazione delle offerte sui mercati della telefonia fissa e mobile”.
Inoltre a febbraio l’Autitrust ha multato col massimo previsto dalla legge (1,6 milioni di euro) le compagnie che stavano continuando a emettere la fatturazione ogni 4 settimane nonostante la legge.
Gli operatori hanno avuto 120 giorni di tempo per adeguarsi; per chi non lo ha fatto, la normativa stabilisce un indennizzo forfetario di 50 euro a utente, maggiorato di 1 euro per ogni giorno successivo alla scadenza del termine stabilito.
Con la fatturazione mensile anche le comunicazioni commerciali dovrebbero essere più chiare, perché, per esempio, la formula “Solo 10 euro al mese” rispecchierà la durata effettiva del servizio offerto.
Per quanto riguarda invece le somme pagate in più per la fatturazione a 28 giorni, gli operatori hanno impugnato davanti al TAR la delibera dell’Autorità per le Comunicazioni che ne ordinava il rimborso, per cui dobbiamo attendere che il TAR si pronunci, speriamo a favore dei consumatori.
Ovviamente continueremo a presidiare gli avvenimenti ed i futuri comportamenti delle compagnie, fino a quando non si adegueranno al pieno rispetto dei diritti dei cittadini ed alla correttezza del mercato.
2.014 Visite