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La crisi economica, ma anche la crescente sensibilità nei confronti della tutela ambientale e della qualità dei prodotti alimentari, stanno portando un numero sempre crescente di cittadini a sperimentare nuove forme di acquisto, che non si appoggino, come in passato, alla tradizionale catena distributiva, in particolare della grande distribuzione organizzata di supermercati e ipermercati.
Sono sempre di più i consumatori che acquistano prodotti alimentari, frutta e verdura ma anche olio, vino, formaggi, direttamente dai produttori: secondo un’indagine commissionata da Coldiretti, nel 2009 erano  il 58% degli italiani. Ma quali vantaggi porta al consumatore questo tipo di acquisto?
Innanzitutto, dal punto di vista della qualità, si hanno maggiori garanzie di acquistare un prodotto di stagione, fresco, maturato al punto giusto, non lasciato per mesi in celle frigorifere come accade nella grande distribuzione. Un prodotto più genuino, quindi, ma anche più buono e gustoso, del quale possiamo “toccare con mano” la qualità, recandoci direttamente dal produttore e osservando con i nostri occhi il processo produttivo . Acquistare localmente vuol dire anche sostenere e  valorizzare le tradizioni culinarie del territorio, riscoprendo prodotti agricoli non disponibili nella distribuzione di massa, che sempre più spesso ci propone merci “standardizzate” e che costringe i produttori a trascurare colture e lavorazioni considerate poco redditizie.
Inoltre, un prodotto acquistato presso un produttore locale è un prodotto “a km zero”, vale a dire che  sono stati risparmiati i costi (economici, ma soprattutto ambientali) derivanti dal trasporto dal luogo di origine a quello di vendita. E’ stato calcolato (fonte:WWF Italia) che il trasporto di 1 kg di ciliegie dall’Argentina per via area produce circa 18 kg di anidride carbonica, senza contare i problemi generati, a livello di traffico e inquinamento, dal trasporto in camion fino ai punti vendita.
In ultimo, acquistare direttamente dal produttore contribuisce a sostenere le aziende agricole (che dalla vendita alla grande distribuzione ottengono solitamente un margine di profitti ridottissimo) e in ultima analisi l’economia locale.
Sono molte le aziende che vendono direttamente al dettaglio. La Provincia di Bologna ha organizzato un database di aziende del territorio disponibile sul sito Terre di Bologna:
http://www.terredibologna.it che però rappresenta sicuramente un elenco parziale, dato l’elevato numero di aziende agricole, compresi gli agriturismi, presenti sul nostro territorio.
Per agevolare il consumatori in cerca di prodotti agricoli a filiera corta, soprattutto quelli che risiedono in città,  i coltivatori hanno ottenuto, da parte delle amministrazioni locali, la possibilità di organizzare marcati dedicati, i cosiddetti “farmer market” (letteralmente: mercato del contadino), che si svolgono periodicamente e in cui è possibile trovare frutta  e verdura, ma anche latticini, olio, vino, miele.. A Bologna, i farmer market sono sette (dislocati in diversi quartieri:Via Segantini, via Zanardi, Via della Dozza, via Fioravanti, via Udine, via Morazzo e via Grandi); a questi, si affianca l’iniziativa della Coldiretti che, con la sua fondazione Campagna Amica, organizza un mercato delle aziende aderenti   presso la sua sede in Via del Gomito tutti i mercoledì dalle 17 alle 19.
Anche Slowfood, l’ONLUS che si occupa di riscoprire e valorizzare la buona tavola tradizionale, organizza tutti i sabati dalla 9 alle 14 il Mercato della terra di Bologna, presso il cortile del cinema Lumiere in via Azzogardino, dove è possibile trovare prodotti locali ma anche laboratori tematici per bambini e lezioni di cucina.
Un discorso a parte meritano i  sempre più numerosi distributori self service di latte crudo “alla spina”, che consentono di acquistare latte proveniente direttamente dalla stalla. Il latte, che non subisce alcun trattamento se non la filtrazione e la  refrigerazione, è più ricco di vitamine e sali minerali rispetto a quello pastorizzato, è più saporito ed ha un costo più contenuto, in media 1 euro al litro; inoltre, si può contenere in bottiglie di vetro riutilizzabili, con il grande vantaggio di risparmiare sul costo dell’imballaggio e ridurre la quantità dei rifiuti. Infine, poiché il latte crudo non contiene conservanti e non ha subito processi di pastorizzazione, i distributori vengono riforniti quotidianamente: il latte è quindi davvero “appena munto”. I distributori di latte alla spina sono ormai quasi 1500 in Italia; un elenco di quelli presenti nel nostro territorio è disponibile su www.milkmaps.com
Anche i grossisti si sono organizzati per soddisfare questa nuova esigenza dei consumatori di acquistare localmente e al giusto prezzo: da diversi anni il CAAB, centro Agro Alimentare di Bologna, apre le porte ai cittadini con l’iniziativa “All’Orto Mercato”, dove è possibile acquistare merce a colli a prezzi da ingrosso, il giovedì e venerdì pomeriggio e il sabato mattina.
Se dal campo degli acquisti di prodotti agricoli ci allarghiamo anche ad altri prodotti di uso comune, c’è un nuovo modo di acquistare in maniera sostenibile, per l’ambiente, la società e il portafoglio: sono i GAS, o gruppi di acquisto solidali. Il GAS è un’organizzazione spontanea di consumatori che si riuniscono per acquistare grandi quantità di prodotti ed ottenere quindi sostanziosi sconti sul prezzo. I GAS si rivolgono alle aziende agricole, ai mulini, ai frantoi, ma anche ai produttori di abbigliamento e scarpe, o di prodotti per la casa, che siano disponibili a trattare con il gruppo e a soddisfare determinati requisiti, che possono essere la sostenibilità ambientale, l’etica del lavoro, la qualità ecc. a seconda degli scopi dei membri di ogni gruppo.
Si può trovare un elenco dei GAS organizzati nel proprio territorio su www.retegas.org
(Foto: “Red pepper” di alanclever_2000 su Flickr.com)

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