Al momento stai visualizzando Mozzarelle blu: frodi nel settore lattiero-caseario

I recenti e reiterati episodi di contaminazione dei prodotti a base di latte, come ultimo la scoperta di mozzarelle blu anche in prodotti  italiani, dimostrano che sempre più spesso la salute dei cittadini e la corretta e sana alimentazione vengono compromesse da cibi anonimi, con scarse qualità nutrizionali, o addizionati e di origine per lo più sconosciuta, o da aziende con pochi scrupoli.
E’ significativo che le principali frodi alimentari scoperte nel corso degli ultimi anni abbiano interessato il profilo dell’origine e della denominazione dei prodotti, anche a fronte di una pubblicità ingannevole che evoca continuamente la provenienza Made in Italy degli alimenti.
Tali episodi, oltre a determinare potenziali rischi per la salute dei consumatori, aggrediscono e danneggiano il  patrimonio agroalimentare nazionale che, come espressione dell’identità culturale dei territori, rappresenta un bene collettivo da tutelare ed uno strumento di valorizzazione e di sostegno allo sviluppo rurale.”
E’ necessario garantire al consumatore la più ampia tutela, con riferimento alla salvaguardia della salute, all’integrità dei prodotti, alla loro genuinità ed alla loro qualità.  Sicurezza, origine, composizione e qualità dei prodotti costituiscono contenuto essenziale delle informazioni che i consumatori hanno diritto di avere o di acquisire.
L’omissione di indicazioni precise relative all’origine delle componenti di base di un prodotto agroalimentare aumentano considerevolmente il rischio che il consumatore possa essere tratto in inganno, soprattutto quando la pubblicità associata a quel determinato prodotto sia appositamente studiata con la finalità di suggerire l’esistenza di un legame tra quell’alimento ed un territorio.
Con specifico riferimento ai prodotti lattiero caseari, la carenza e le lacune della normativa in materia di etichettatura agevolano comportamenti fraudolenti e la produzione e messa in commercio di alimenti contraffatti, sofisticati, adulterati e, talvolta, addirittura pericolosi.
Per queste ragioni, è necessaria una disciplina specifica per assicurare al consumatore l’accesso ad una serie di informazioni, in particolare con riferimento agli alimenti che provengono da mercati esteri e l’introduzione dell’obbligo di indicazione della provenienza geografica negli elementi di conoscenza del prodotto alimentare.
Nel caso specifico della mozzarella blu, come associazione, riteniamo che al consumatore debbano essere fornite informazioni corrette, certe, complete il più possibile, e non distorte od utilizzate per  fini scandalistici, o per screditare aziende che lavorano seriamente.  Nel passato spesso  abbiamo sollecitato le autorità competenti a fornire i nominativi di quelle aziende che hanno immesso sul mercato prodotti palesemente adulterati e dannosi per la salute, basti ricordare l’utilizzo di uova scadute, putrefatte, ritirate dal mercato, e lavorate da piccole aziende per essere rivendute a delle industrie dolciarie, di cui ancora il consumatore non ne conosce il nome.
La nostra associazione ha come obiettivi prioritari l’informazione e la tutela dei consumatori ed utenti, pertanto vogliamo rassicurare i consumatori che la colorazione blu non ha nulla a che fare con il latte e con la sua provenienza. La colorazione è data da un batterio, lo Pseudomonas fluorescens, che è un microrganismo ubiquitario, largamente diffuso in natura, in particolare nel suolo, nelle acque superficiali e nella vegetazione, e si adatta facilmente a varie situazioni ambientali.
Per queste ragioni noi chiediamo che siano le autorità competenti a fornire le corrette informazioni al consumatore e non che questi sia lasciato in balia dei media con notizie contrastanti e non validate.
Per maggiori informazioni e per approffondimenti alleghiamo il comunicato stampa dell’Assolatte del 23/7/2010 ed un link all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie
comunicato
http://www.izsvenezie.it/index.php?option=com_content&view=article&id=798&Itemid=591
(foto su: commons.wikimedia.org)

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