E’ con positività che apprendiamo la notizia che la giunta dell’ Emilia Romagna ha recentemente stanziato altri 1,2 milioni di euro per fronteggiare il problema degli sfratti per “morosità incolpevole”. Fondi che si sommano ai 14 erogati dal 2014 a oggi, e che oltrepassano quindi complessivamente i 15 milioni di euro.
Come si apprende dai dati e dalle statistiche la spesa per l’affitto della casa grava fino al 40% sul bilancio familiare. La misura è dunque un supporto a coloro che sono definiti come “morosi inconsapevoli”, i quali appunto sono in condizione di sfratto a causa di problemi legati alla perdita di lavoro o contingenze che hanno mandato sull’astrico il nuclo familiare.
Le risorse provengono dall’apposito fondo nazionale, che consente di assegnare i contributi a 13 Comuni e Unioni di Comuni dell’Emilia-Romagna, individuati in base al numero di sfratti in rapporto a quello degli abitanti (i cosiddetti Comuni ad “Alta tensione abitativa”) o in base al numero di situazioni di disagio abitativo causato dagli affitti elevati, sovraffollamento degli appartamenti o fatiscenza delle case (Comuni ad “Alto disagio abitativo”). Saranno poi i Servizi sociali dei Comuni a provvedere all’assegnazione dei contributi, sulla base dell’istruttoria che accerta lo stato di indigenza e i requisiti di accesso.
Le condizioni per ottenere il contributo
L’importo massimo del contributo è di 12 mila euro per nucleo familiare, anche composto da una sola persona. Possono usufruire del ‘Fondo salvasfratti’ le famiglie con cittadinanza italiana o di area Ue, se extraeuropee in possesso di regolare permesso di soggiorno, che abbiano un reddito Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) fino a 26 mila euro. Devono aver ricevuto un avviso di sfratto per morosità, essere titolari di un contratto di locazione regolarmente registrato e residenti nell’alloggio oggetto della procedura da almeno un anno, e non possedere altre abitazioni in ambito provinciale. Tra i criteri preferenziali, la presenza di un ultrasettantenne o di un figlio minore, oppure di una persona con invalidità accertata per almeno il 74%, o ancora di un familiare in carico ai servizi sociali o alle Ausl.
Ecco la pagina del sito dell’ Emilia Romagna che spiega ulteriormente la misura.
“Realizzato nell’ ambito del Programma generale di intervento della Regione Emilia-Romagna con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello sviluppo economico. Ripartizione 2015″.
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