L’Osservatorio Prezzi di Federconsumatori ha stimato che, dal 2012, la spesa per il mantenimento di un bambino nel suo primo anno di vita è aumentata del 3%: quest’anno varia da un minimo di 6.585,90 € ad un massimo di 14.110,30 €.
A tali costi vanno aggiunti quelli sostenuti prima della nascita, per un totale di 1.970, per analisi del sangue, test di gravidanza, ecografie ecc.
Se entrambi i genitori lavorano, poi, a questi costi si aggiungono quelli, notevoli, per asili nido o baby sitter.
Per aiutare le famiglie a sostenere tali costi esistono alcune misure:
– Il Bonus Bebè:
Una misura completamente riformulata rispetto al passato: mentre nel 2012 si erogava una somma a sostegno delle famiglie (con un importo variabile a seconda del reddito e della regione di appartenenza, pari mediamente a 500 Euro), nel 2013 tale sostegno sarà riservato alle mamme che, con un figlio fino ad un anno di età, tornano al lavoro rinunciando al congedo di maternità facoltativo.
Ogni mamma avente diritto riceverà un importo massimo di 300 Euro al mese (per pagare la baby sitter o l’asilo nido) per 6 mesi fino all’anno di età del bambino.
(Per le lavoratrici part time il bonus bambini sarà riproporzionato, mentre per le mamme iscritte alla gestione separata sarà concesso per un massimo di 3 mesi).
Un bonus che, a differenza di quello previsto in precedenza, rivela la chiara intenzione di aiutare esclusivamente le mamme-lavoratrici, incentivando il rientro al lavoro.
La cifra stanziata è pari a 20 milioni di Euro per il 2013.
Ai fini dell’assegnazione del bonus verrà fatta una graduatoria sulla base del reddito ISEE delle richiedenti.
– Inoltre esiste il Fondo di credito per i nuovi nati, un vero e proprio prestito fino a 5.000 Euro da rimborsare in cinque anni. E’ chiaramente specificato che “In caso di insolvenza, si è soggetti alle ordinarie procedure esecutive per il recupero del credito.”
Per approfondimenti si può consultare il sito della sede nazionale a questo link.
E.A.
Realizzato nell’ambito del programma generale di intervento 2010 della Regione Emilia Romagna con l’utilizzo dei fondi del Ministero per lo sviluppo economico
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