Al momento stai visualizzando Al via il concordato preventivo Wind Jet

Pubblichiamo il Comunicato stampa della sede nazionale di Federconsumatori sulla vicenda Wind Jet, la compagnia aerea che ha lasciato a terra numerosi passeggeri la scorsa estate:
Il Tribunale fallimentare di Catania ha dato il via libera alla procedura di concordato preventivo con Wind jet.
Un provvedimento che, da un lato, scongiura il fallimento della compagnia, ma, dall’altro, lascia a bocca asciutta i 300.000 passeggeri rimasti a terra l’estate scorsa a causa delle gravi inadempienze della compagnia.
Pur depositando numerose riserve, il Tribunale non è potuto entrare nel merito della valutazione di fattibilità del piano con cui l’azienda dovrà risarcire i suoi creditori, tra i quali rientrano anche lavoratori e passeggeri.
Secondo i piani, i risarcimenti saranno così distribuiti:
– ai dipendenti verrà restituito il 47,8% del credito vantato;
– i crediti privilegiati per IVA e ritenuta fiscale saranno risarciti integralmente;
– gli altri crediti vantati, compresi quindi quelli dei passeggeri, saranno pagati nella percentuale del 5% (inizialmente la proposta avanzata dalla società era di appena l’1%).
Una vergognosa elemosina per i passeggeri che, a fronte di biglietti dal costo medio dai 150 ai 300 Euro, riceveranno un risarcimento di appena 7,50 – 15 Euro.
“Se fosse stato stanziato, come chiediamo instancabilmente da anni, il fondo di garanzia anche per i vettori aerei (quello esistente è limitato ai pacchetti turistici), i passeggeri avrebbero ottenuto il pieno rimborso di quanto speso.” – dichiara Mauro Zanini, Vice Presidente Federconsumatori.
Per questo chiediamo al Governo di agire con urgenza in tal senso, per avviare una reale e piena tutela dei consumatori in caso di fallimento o insolvenza delle compagnie aeree.
Sarà cura della Federconsumatori tenere informati tutti i passeggeri coinvolti sugli sviluppi della vicenda e sulle eventuali procedure da intraprendere.

E.A.

Realizzato nell’ambito del programma generale di intervento 2010 della Regione Emilia Romagna con l’utilizzo dei fondi del Ministero per lo sviluppo economico

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