Correva l’anno 2003 quando risparmiatori e associazioni dei consumatori si trovarono ad affrontare lo scandalo dei prodotti bancari “My way” e “For you”, offerti dalla allora Banca 121 (in seguito acquistata da MPS).
I più recenti episodi di risparmio tradito, dai Bond Argentina, passando per la Parmalat fino alle recenti obbligazioni di Banca Etruria, hanno fatto dimenticare ai più l’incresciosa vicenda, ma i processi intentati dai risparmiatori sono andati avanti e molte sentenze si sono pronunciate a favore dei clienti, l’ultima pubblicata il 15 febbraio scorso: la Corte di cassazione, con sentenza 2900/2016, ha confermato la nullità dei contratti “For you” per contrarietà a norme imperative, seguendo un orientamento giurisprudenziale che si può ritenere ormai consolidato.
I contratti “For you” prevedevano, in breve, l’apertura di un mutuo, da rimborsare in rate mensili, che doveva essere utilizzato per l’acquisto di strumenti finanziari (obbligazioni e fondi comuni di investimento). Il contratto, con finalità previdenziali, prevedeva inoltre l’apertura di un conto titoli e di un conto corrente presso la banca e costose penali in caso di recesso.
La Suprema Corte ha dichiarato innanzitutto la violazione delle norme del Testo Unico in materia di intermediazione finanziaria, che impone agli intermediari di comportarsi con diligenza, correttezza e trasparenza e di curare che l’operazione proposta sia adeguata al profilo di rischio del cliente. I contratti “For you” non precisavano né il rendimento né le caratteristiche dei prodotti di investimento acquistati, alcuni dei quali, di natura azionaria, presentavano rischi molto elevati. Inoltre, secondo la ricostruzione del giudice d’appello di Genova, che la Cassazione ha fatto propria, il contratto era strutturato in modo che il cliente realizzasse una sicura perdita, perché i titoli avevano un rendimento medio inferiore al tasso d’interesse da pagare sul mutuo.
Anche il diritto di recesso, apparentemente previsto a tutela del cliente, si rivelava in realtà una trappola: le penali a volte addirittura superavano l’importo del finanziamento, anche nel caso in cui alcune rate fossero già pagate.
Infine, non sono state rispettate le disposizioni in materia di conflitto di interessi, sempre contenute nel Testo Unico Finanziario.
In sostanza, la Corte ha evidenziato “l’enorme alterazione dell’equilibrio contrattuale realizzato con il modello contrattuale For You, in quanto caratterizzato da una promessa, il raggiungimento di un beneficio economico futuro a fini previdenziali, radicalmente disatteso non dall’andamento imprevedibile dei mercati“. La banca-intermediario, da parte sua, si trovava a disposizione un contratto “sostanzialmente privo di effettivi margini di rischio dal momento che esso lucra gli interessi del mutuo, colloca prodotti (anche in conflitto d’interessi) ed opera sul mercato“.
Di seguito il testo della sentenza: sentenza Cass 2900-2016
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