Il sistema operativo di un PC, giá installato al momento dell’acquisto, non costituisce parte integrante del prodotto e l’acquirente puó, se lo vuole, chiedere la disinstallazione e ottenere il rimborso del prezzo del software.
Lo ha stabilito la Cassazione al termine di una lunga controversia legale che ha visto contrapposti la nota produttrice di hardware HP e un acquirente assistito dai colleghi di ADUC.
La Cassazione ha considerato software e hardware “due beni distinti e strutturalmente scindibili“, con la conseguenza che non vi è nessun obbligo giuridico per il consumatore di accettare la licenza d’uso del sistema operativo.
Nel caso in specie, il produttore del computer (HP) era diverso da quello del software (Microsoft), circostanza che ha permesso alla Corte di affermare che tra l’utente finale e la casa di produzione del software non intercorre alcun rapporto contrattuale. Il cliente ha così ottenuto il rimborso di circa 150 euro. Da notare che la decisione sarebbe stata probabilmente diversa in caso di coincidenza tra il produttore dell’hardware e del software, come accade per i prodotti Apple.
La sentenza apre interessanti prospettive per gli acquirenti (siano o meno consumatori in senso stretto) e ribalta una prassi che per anni è stata imposta dalle case produttrici di software, limitando la diffusione di sistemi operativi alternativi e open source come Linux.
Il testo della sentenza è consultabile qui
E.A.
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