Gli azionisti Parmalat hanno ricevuto negli ultimi giorni, da parte del socio di maggioranza Sofil (Lactalis), una proposta di acquisto per le azioni da loro detenute. L’offerta pubblica di acquisto (OPA) è finalizzata all’acquisizione totalitaria delle azioni: Lactalis, che già ne detiene oltre l’87% , punta all’acquisizione della parte residua di capitale e al successivo ritiro della società dal mercato quotato italiano.
Il prezzo, fissato in € 2.80 ad azione, è leggermente inferiore al valore delle azioni al momento in cui si scrive (28 febbraio); alcuni investitori, come ad esempio il fondo di investimento Amber, l’ha definito non adeguato. In ogni caso non è nostro scopo dare consigli ai risparmiatori sull’adesione all’OPA;
vogliamo piuttosto avvisare i risparmiatori sulle conseguenze dell’eventuale successo dell’operazione. Lactalis ha dichiarato la sua intenzione di ritirare la società dal mercato quotato. Per il cosiddetto “delisting” è sufficiente che Lactalis acquisisca poco più del 2% delle azioni, ovvero che raggiunga la soglia del 90.5%.
A questo punto, chi non avesse aderito all’OPA si troverà con una quantità di azioni non più negoziabili in borsa, in quanto Parmalat diventerebbe una società “chiusa”. Sarà quindi molto più difficile per il socio liquidare le proprie azioni: non potrà più semplicemente dare mandato alla banca, ma dovrà cercare un compratore e, in mancanza, non resterebbe altra via che che esercitare il recesso dalla società, nei modi e nei tempi previsti dal Codice Civile (artt.2437 e seguenti).
Riteniamo che questo aspetto sia molto importante e che debba essere valutato attentamente dal piccolo risparmiatore, per evitare decisioni affrettate basate unicamente sul prezzo dell’offerta.
E.A.
“Realizzato nell’ambito del Programma generale di intervento della Regione Emilia Romagna con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello sviluppo economico. Ripartizione 2015″