La Repubblica Argentina ci riprova promuovendo una nuova offerta pubblica di scambio sui bond emessi prima del 2005 per tutti i risparmiatori rimasti vittime del noto default dei tango bond del 2001.
Le principali agenzie di stampa hanno, infatti, riportato la notizia che la Repubblica Argentina ha depositato in Consob il prospetto informativo relativo alla nuova offerta di bond a favore di coloro che non avevano aderito alla precedente OPS. Tale prospetto al momento non è consultabile quindi sospendiamo qualsiasi valutazione sulla bontà dell’offerta all’esito delle opportune verifiche. Quello che possiamo dire con certezza è che anche questa volta l’atteggiamento della Repubblica Argentina non è stato rispettoso delle minime e basilari regole della concertazione. Prendiamo atto del deposito in Consob di questa nuova offerta, infatti, ma non possiamo non rilevare che la stessa è stata formulata dalla Repubblica Argentina senza coinvolgere preventivamente le associazioni rappresentative e gli organismi di rappresentanza dei risparmiatori.
Le principali agenzie di stampa hanno, infatti, riportato la notizia che la Repubblica Argentina ha depositato in Consob il prospetto informativo relativo alla nuova offerta di bond a favore di coloro che non avevano aderito alla precedente OPS. Tale prospetto al momento non è consultabile quindi sospendiamo qualsiasi valutazione sulla bontà dell’offerta all’esito delle opportune verifiche. Quello che possiamo dire con certezza è che anche questa volta l’atteggiamento della Repubblica Argentina non è stato rispettoso delle minime e basilari regole della concertazione. Prendiamo atto del deposito in Consob di questa nuova offerta, infatti, ma non possiamo non rilevare che la stessa è stata formulata dalla Repubblica Argentina senza coinvolgere preventivamente le associazioni rappresentative e gli organismi di rappresentanza dei risparmiatori.
Nel 2005, la Federconsumatori ritenne inaccettabile la proposta di rimborso all’epoca formulata ai risparmiatori. Una proposta che ritenemmo “scandalosa sotto tutti i punti di vista”: sia per l’arco temporale previsto per il rimborso (le nuove scadenze venivano portate a 35 anni), che per l’ammontare del risarcimento che alle nuove scadenze avrebbe raggiunto circa il 30 per cento del valore nominale dei titoli in possesso. Per tali motivi dicemmo no ad un’offerta capestro e truffaldina. I numerosi successi, le sentenze ottenute e la Giurisprudenza creata in questi anni dai ns legali di riferimento ci hanno dato ragione.
Auspichiamo, quindi, che questa volta la nuova offerta rappresenti una seria opportunità per i numerosi risparmiatori italiani coinvolti e non l’ennesima lesione dei loro diritti.
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