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COMUNICATO
La polemica che si è innescata a seguito della previsione di Ato 5 di aumentare per il 2010 il costo dell’acqua per gli utenti mediamente del 4,5%, preoccupa Federconsumatori che valuta negativamente tale decisione e che auspica una ripensamento nella discussione in Ato 5, apprezzando lo sforzo di una parte degli Enti locali per trovare delle soluzioni diverse.
Non è accettabile la logica dell’aumento della tariffa per compensare ad Hera la quantità di acqua venduta.
Ogni giorno agli sportelli dell’Associazione si presentano cittadini con rilevanti difficoltà economiche, aggravati dalle spese fisse che incidono in modo devastante sul bilancio famigliare, in particolare le spese per l’appartamento (mutuo, affitto) e per le utenze domestiche.
La crisi sociale è molto profonda e non può lasciare indifferente gli erogatori dei vari servizi domestici che, di fronte alle difficoltà dei loro “clienti”, non definiscono agevolazioni dei pagamenti  per contribuire a superare il periodo negativo, ma perseguono solo strategie di profitto a breve termine.
Non si comprendono le affermazioni della multiutility che sostiene che dal ciclo idrico non si fanno profitti, ma si coprono solo i costi e nemmeno gli investimenti, mentre nel Paese è in corso uno scontro politico proprio sulla privatizzazione dell’acqua con la partecipazione molto interessata di diverse imprese multinazionali che si stanno candidando per gestire in tutto il Paese la rete del ciclo dell’acqua.
Con l’aumento della tariffa in bolletta si rischia di disperdere l’efficacia del meccanismo del calcolo della tariffa pro-capite che, seppur complesso e di non rapida comprensione, rimane un tentativo pregevole per creare criteri di equità tra gli utenti.
Federconsumatori infine ritiene che non sia più rinviabile la definizione di un regolamento per attivare un fondo, con il contributo delle Amministrazioni pubbliche e l’Ente Gestore, teso a rateizzare le scadenze delle bollette in casi di emergenza sociale.
Bologna, 4 Maggio 2010

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