Il 16 settembre la Commissione Europea ha pubblicato i risultati di un’indagine, durata oltre un anno ed effettuata in 26 stati membri dell’UE, sul comportamento dei venditori di prodotti tecnologici on-line.
L’indagine, cosiddetta “sweep” o “operazione di pulizia”, è una ricerca a tappeto che non ha solo fini statistici o informativi, ma è volta anche a correggere le distorsioni del sistema intervenendo direttamente sugli operatori “beccati” ad agire scorrettamente.
Al termine dell’indagine, i venditori che non hanno corretto le irregolarità sono stati oggetto di sanzioni che vanno dalla multa alla chiusura del sito.
Per vendere sul web, gli operatori devono rispettare una serie di regole a tutela della trasparenza. In particolare, i siti di e-commerce sono tenuti a indicare con chiarezza le informazioni utili a identificare e contattare il venditore (nome, indirizzo, e-mail), le condizioni di vendita (prezzo del prodotto e della spedizione, condizioni di reso, garanzia, ecc.) e le modalità di esercizio del diritto di recesso. A quest’ultimo proposito, ricordiamo che la normativa europea, recepita con il nostro Codice del Consumo, stabilisce che per le vendite che utilizzano mezzi di comunicazione a distanza, come le televendite, le vendite per corrispondenza ed, appunto, le vendite on-line, il consumatore ha diritto di recedere dal contratto senza penali e senza fornire motivazioni entro 10 giorni lavorativi dal ricevimento della merce. Questo importantissimo diritto va esplicitamente menzionato nelle pagine internet dedicate alla vendita, in modo che il consumatore ne sia debitamente informato e possa, se vuole, esercitarlo nei termini.
I siti che sono stati esaminati in questa indagine sono quelli di vendita di prodotti elettronici di largo consumo: macchine fotografiche, lettori mp3, cellulari, computer.
All’inizio dell’indagine, solo il 44% dei siti web soddisfavano pienamente i requisiti richiesti dalla legge; dopo i controlli e le relative procedure sanzionatorie, la percentuale è salita a ben l’ 84%.
Il consumatore può stare quindi più tranquillo nell’acquistare prodotti tecnologici sul web, sempre nel rispetto delle comuni regole di prudenza. In particolare, consigliamo di:
– informarsi sulla reputazione del venditore, compiendo una breve ricerca sulla rete per scoprire il parere degli altri acquirenti. Se un sito compie regolarmente scorrettezze o addirittura truffe, in genere gli acquirenti parlano della propria esperienza su forum o gruppi di discussione; se necessario, si può chiedere alla Camera di Commercio della propria città una visura camerale ordinaria della ditta in questione, nella quale si possono verificare dati importanti come le generalità degli amministratori o eventuali procedure di liquidazione in corso;
– confrontare varie offerte dello stesso prodotto o di prodotti analoghi, non solo per quanto riguarda il prezzo ma anche le spese e i tempi di spedizione, le eventuali garanzie post-vendita aggiuntive, le condizioni generali di contratto ecc.;
– leggere attentamente l’informativa sulla privacy, che è obbligatoria; in particolare, controllare che i dati inseriti siano utilizzati solo per la conclusione del contratto e non sia permessa la diffusione a terzi a fini di marketing;
– scegliere metodi di pagamento sicuri: bonifico bancario, vaglia, Paypal, carta di credito (in quest’ultimo caso, controllare che la pagina nella quale si devono inserire i dati della carta abbia un indirizzo che inizia con https:// ), evitando i trasferimenti di denaro tipo Western Union;
– scegliere metodi di spedizione tracciabili e, se l’acquisto è di un certo valore, chiedere la spedizione assicurata;
– conservare sempre copia delle e-mail inviate e ricevute; se il venditore non invia, insieme all’oggetto, una fattura o scontrino, conservare anche copia dell’ordine di acquisto e della ricevuta di pagamento per almeno due anni, da utilizzare come prova dell’acquisto per un eventuale riparazione in garanzia.
(Foto: “E-commerce Visa” di Fosforix su Flickr.com)
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